Il primo colloquio per l’Analisi Transazionale è un momento fondamentale perché è l’incontro tra due persone: il terapeuta che deve saper ascoltare il disagio che gli viene portato e il cliente (adolescente, adulto o coppia) che porta non solo un disagio ma anche il suo dolore. Citando Il piccolo principe e il suo incontro con la volpe, quando lui le chiede: «Che cosa vuol dire creare un legame?». Lei risponde che è una cosa da molto tempo dimenticata e per spiegare di che cosa si tratta dice: «Fino a ora eravamo come tanti altri... adesso cambia tutto: tu esisti per me e io esisto per te».
Il colloquio psicologico è questo, è l’incontro tra due persone (terapeuta e cliente) che escono dallo sfondo della quotidianità e diventano un “NOI”, soggetti unici e particolari che in quel momento hanno bisogno l’uno dell’altro. In termini più tecnici fare contatto è creare un campo comune, emergere come figure e sintonizzarsi. Il contatto si fa se c’è questa convergenza e questa sintonizzazione. Bisogna volerlo in due se no non avviene. Non c’è contatto quando insegui qualcuno, quando c’è un gioco di potere.
Ecco l’importanza del colloquio psicologico: esplorare la possibilità di costruire un’intesa, che è fondamentale per raggiungere una sintonia che permette al cliente di esporre le sue difficoltà e il suo disagio e al terapeuta di ascoltare per poter insieme trovare e delineare il problema che turba il soggetto.